Ventitre anni di te

Dovevi nascere il 29 dicembre 1995.

Neanche un anno prima eravamo in Italia e pensavamo che non avremmo mai avuto figli, che non erano nel nostro destino.

Invece gli USA ci hanno portato una nuova vita e te. Non lo so, sono fatalista, ma mi ripeto sempre che forse, se fossimo rimasti in Italia, tu non saresti mai nata.

Me lo sono ripetuta tutte le volte che la solitudine, specialmente nei primi anni di vita qui, mi facevano rimpiangere la mia vita italiana. Poi ti guardavo e  mi passava.

Dovevi nascere il 29 dicembre 1995.

Tuo papà tifava perchè tu nascessi nell’anno vecchio così avrebbe potuto scalarti nella dichiarazione delle tasse dell’anno.  Questa storia la sai, perchè te l’ abbiamo già raccontata, ed ogni volta hai riso, probabilmente pensando a che razza di genitori ti sono capitati. In realtà credo  che non stesse più nella pelle di conoscerti e finalmente abbracciarti.

La nonna  Carola era arrivata da qualche giorno, perdendosi nell’aeroporto di Pittsburgh. Sì, perchè come dice sempre, aveva fatto volare l’aereo più in fretta per arrivare prima ( quello è stato il suo primo viaggio aereo, il primo di tanti!) ed erano atterrati un’ora prima del previsto. Allora i controlli erano molto più blandi, siamo ancora negli anni precedenti il 2001, quando si poteva arrivare a prendere ed accompagnare i viaggiatori fino ai gate. Insomma lei era uscita e non ci aveva trovati, noi siamo arrivati e lei non era più lì dove avremmo dovuto trovarla, quindi panico. L’abbiamo trovata chiamandola con gli altoparlanti, tuo papà che ha dovuto farlo parlando in italiano perchè lei, nono stante i corsi fatti dai mormoni ad Alessandria, non spiccicava una parola di inglese.  Io in tutto questo casino, probabilmente ero seduta rassegnata da qualche parte, sbuffando come se avessi corso una maratona

Ero infatti diventata una balena enorme e spiaggiata eppure mi ricordo che loro si erano messi in testa che facendomi camminare, saresti nata prima e a fatica li seguivo. Non so perchè, mentre ho cancellato molte informazioni dal mio cervello, quelle non essenziali ( tuo papà dice: non solo quelle…), io mi ricordi così bene di quegli ultimi giorni della gravidanza. Forse me li ricordo proprio per quelle camminate al gelo.  Immagina quello era un tempo in cui si facevano ancora poche foto, perchè, sembra strano pensarci ora, ma anche tu sei nata prima dell’era digitale e di mie foto ne ho poche ed in quelle mi si vede disfatta dalla fatica e dall’attesa.

Il 29 dicembre passò senza novità, ma con il ginecologo, che ormai vedevo un giorno sì ed uno no, che mi disse che si vedevano segni del parto imminente, ma niente urgenza. Tu dovevi stare proprio stretta nella mia pancia, perchè ti muovevi pochissimo ormai, ma probabilmente stavi benone, per fare il ditino a papà e al suo credito

E noi camminavamo….

Il 31 finalmente la grande svolta, finalmente c’era qualche segno che il travaglio sarebbe iniziato a breve ed il ginecologo mi disse di non mangiare che le doglie sarebbero iniziate presto.

La sera del 31 mentre tutti festeggiavano, noi contavamo i minuti, tuo papà sempre più rassegnato a non ricevere il credito sulle tasse del 1995, io con una fame mostruosa. Mi ricordo che guardammo un film “ Santa Clause” e dopo tuo papà si mise a fare polpette.

Sì, mio marito la notte in cui la sua unica figlia sarebbe potuta nascere, fece chili di polpette, da mettere in freezer ed usare il mese successivo.

La mezzanotte passò, mi ricordo che per festeggiare misi un dito nel bicchiere di spumante di papà per assaggiarlo.

Poi andai a letto. Sarà stata la posizione, ma dopo poco le doglie iniziarono e subito ravvicinate e forti, per cui andammo all’ospedale.

Dilatata di 5 cm.

E rimansi a quei valori.

Mi ruppero le acque

Passarono le ore

La mia dilatazione rimase sempre e solo 5 cm, nonostante l’ossitocina ed il dolore delle contrazioni.

Tuo papà e tua nonna rimasero sempre al mio fianco. Tuo papà, che aveva fatto con me il corso di preparazione al parto, cercava di ricordarsi di aiutarmi con la respirazione. Aiuta la respirazione? Mah?

Rimane negli annali delle storie di quel giorno, che ( alle 17…) portarono la cena a lui e alla nonna. E tuo papà tra una masticata e l’altra continuava a respirare con me….Loro mangiavano io ero allo stremo delle forze: credo di aver detto qualche parolaccia!

Alle sette di sera decisero per il taglio cesareo: dovevi nascere a quel punto, anche perchè la mia equipe medica voleva arrivare alle pagine del giornale locale  come “primo bambino dell’anno” e c’era un’altra signora in travaglio seguita da un’altra equipe medica.

Mi ricordo il freddo causato dalla paura. Non avevo mai subito un’operazione prima di quel giorno.

Mi dissero di stare fermissima e mi fecero l’anestesia spinale.

Dopo mi portarono in sala operatoria e sei nata tu.

Hai pianto subito fortissimo, ma ti hanno subito portata via, permettendomi solo di guardarti per un minuto negli occhi: credo che sia stato perchè il parto era cesareo.

A quel punto, tu sei diventata la protagonista.

La nonna racconta che ti ha sentito piangere dalla sala di aspetto e che ha seguito la tua pesata e i controlli che ti hanno fatto per sapere se stavi bene.

Proprio in questi giorni ho ritrovato i documenti della tua nascita con le note del dottore. Dicono che non c’era possibilità che tu uscissi per vie naturali, eri troppo grande per il mio bacino.

Sono sicura che, se fossimo state in un’altra epoca o anche solo in un posto più remoto del mondo ,saremmo morte entrambe quel giorno! Invece siamo qui 23 anni dopo, tu una donna io a raccontarti di quando sei nata

Carto che eri grossa, ragazza mia: 3 kg 750 g….per il mio metro e 50 cm di altezza.

Mi portarono in camera dopo aver finito con le suture, ma la sensazione di freddo non mi lasciò per ore: tremavo come una foglia al vento. Mi hanno detto che è normale dopo il parto

Dopo un po’ arrivasti tu, seguita da papà con videocamera in mano, nonna ed infermiere e finalmente ti misero in braccio a me e ci guardammo negli occhi . In quel momento capii molte cose:

capii che ti avrei amata di amore infinito

capii che la mia vita sarebbe cambiata, e con essa molte priorità

capii che eri volitiva e testarda già ad un’ora di vita

capii che ti sarebbe piaciuto mangiare e che con la fame saziata sei molto più “simpatica “ di quando hai fame, anche ora.

Infatti dopo pochi minuti, cercasti di aprirmi la camicia da notte per ciucciare.

Ce la fecero a farti nascere prima dell’altro bambino.

Sei nata alle 20 del primo gennaio 1996.

New year’s baby, come ti dicono ancora oggi.

Ci misero sul giornale, che ho ancora per ricordo.

E da 23 anni ci sei tu.

Ci ho impiegato 23 anni anni ( e sei di blog) per scrivere questo post.

Rifuggo le storie di parti epici, sembra una gara di certe mamme a dire che il loro parto è stato il più difficile e lungo della storia. Per molte sarà vero, ma è anche vero che il dolore e l’angoscia di non sapere se tutto andrà bene, si dimenticano subito dopo.

Ho letto che mi hanno dimessa il 4 gennaio, ma non mi ricordo di aver avuto male all’incisione, mi ricordo invece che mi hanno fatta alzare subito per farmi una doccia, poche ore dopo che sei nata tu, appena ripreso l’uso delle gambe!

Eri nata, eri sana ed era quello l’importante.

Non volevo scrivere un post melenso, invece non ci sono riuscita.

Però volevo scrivere un post su quel gorno perchè quei momenti rimanessero con te.

Per sempre.

Ora sei una donna, ma è stato bello vederti crescere, dal quel giorno e diventare quella che sei ora.

Buon compleanno Francesca.

Ti voglio bene.

La mamma

7 commenti Aggiungi il tuo

  1. Giulietta ha detto:

    Che emozione leggerti! Anche da noi due compleanni a gennaio, il 5 e il 13! Piccole testarde capricorno😜

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    1. clapessa1512 ha detto:

      Allora auguri!!! Testardissime ma dolci!

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  2. Claudia ha detto:

    Saranno gli ormoni a palla, ma mi hai fatto molto emozionare con questo post. Non vedo l’ora di accogliere tra le mie braccia il mio piccolino!

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    1. clapessa1512 ha detto:

      Claudia, sono gli ormoni a palla! Comunque si` e` un momento totalmente emozionante che ti cambia la vita: spero solo che tu non ci impieghi 23 anni per scriverci un post!

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  3. MaryA ha detto:

    Ho letto già ieri, ma non ho scritto, però adesso, a mente ferma, voglio lasciarti il mio pensiero.
    Francesca è fortunata ad averti come mamma…. Ho imparato che non si deve mai dare per scontato il rapporto mamma/figlia, e da questo post capisco il grande lavoro che si fa nel mettere al mondo un figlio e aiutarlo a costruirsi la propria vita, che vuol dire anche lasciarli andare, scoprire nuovi mondi e situazioni di cui non sarete protagonisti insieme. Sei stata brava nel darle le ali, le hai insegnato a volare, e anche se non puoi volare accanto a lei, ne osservi le evoluzioni da lontano, nel grande cielo della vita. La perfezione non esiste, ma tu ti ci avvicini moltissimo. Un abbraccio.

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    1. clapessa1512 ha detto:

      Ben lungi dalla perfezione e sempre nonostante tutto con il cuore a pezzettini, pensandola lontana. E` partita ieri per tornare a NY…oggi ha tosse, raffreddore e mal di gola ed io prenderei un aereo per andarla a curare: date a me delle ali!

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  4. Daniele ha detto:

    Cara Claudia più che delle ali avresti bisogno di una bacchetta magica…purtroppo o per fortuna non è così. Hai però un gran cuore e a Francesca basta. Ciao

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